domenica 19 agosto 2012

Cambogia


L'Asia continua a presentare una costante piuttosto inquietante: tu non sai mai quello che ti succederà durante il giorno, non sai quanti e quali mezzi di trasporto dovrai prendere, non ne conosci gli orari, non sai il costo reale dei viaggi, né il percorso. Ma c'è sempre qualcuno che sa tutte queste cose al posto tuo. E non te le dice. Non ho ancora capito se pensano che noi occidentali siamo dei bambini idioti a cui centellinare la dura realtà in pillole, oppure se vogliono fotterti piano piano senza fartene accorgere se non nel momento in cui, ormai, non puoi tornare indietro. Ma alla fine va bene così, perchè come per magia le cose poi vanno sempre per il meglio: insomma, quando sei una canna al vento, non puoi che ondeggiare un po'...
Il trasferimento da Phu Quoc a Kampot doveva essere un comodissimo viaggio traghetto + bus, con arrivo previsto poco dopo pranzo. In realtà alle sette del mattino ci hanno caricato sul primo taxi collettivo, naturalmente sbagliato, con ritorno al punto di partenza e immediato trasbordo su un secondo taxi che ci ha portato al porto. Da lì bagnarola fino ad Ha Tién e trasbordo presso un'agenzia di viaggi locale (con il terzo taxi collettivo della giornata), dove ci hanno requisito i passaporti e lasciati a zonzo in città fino all'una (temperatura tropicale). Quindi siamo stati caricati su una monovolume in cui abbiamo fatto la conoscenza del Gatto e della Volpe, due loschi figuri che ci hanno deportato fino alla frontiera, dove abbiamo unto una serie di funzionari e doganieri, prima di riuscire ad entrare in Cambogia. Dal confine fino a Kampot abbiamo caricato chiunque avesse abbastanza denaro per salire a bordo.
Lo stacco fra Vietnam e Cambogia è epocale: non sono un esperto di frontiere, tantomeno in Asia, ma quella di Prek Chak più che una dogana è una macchina del tempo. Basta passarla e vi ritroverete in una sorta di limbo, un mix tra medioevo e tempi moderni. Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente è il verde: non ne ho mai visto una tanto intenso quanto quello delle risaie allagate a perdita d'occhio fino all'orizzonte. Non è il nostro verde, è un altro. E i bufali d'acqua con i contadini immersi fino alle spalle. E ancora le case di paglia e gli scooter carichi di ogni mercanzia. Cambogia.
Un capitolo a parte, infine, lo merita la guest-house che ci ospita, un vero luogo dell'anima, anche questo ricco di contrasti come ogni cosa in questa parte del''Asia. E' una villa khmer di chissà quanti secoli fa (sono ignorante, ma se vedeste architravi e finestre pensereste di trovarvi già ad Angkor Vat), riattata da un manipolo di valenti giovani australiani che, pensate un po', ci hanno attrezzato dentro persino uno studio di registrazione tutto per gli ospiti. Il tutto sulle rive del lago locale, con tanto di capanne galleggianti. La cosa puzza un po' di peace and love, di sindrome di Peter Pan, ma la musica e il cibo sono divini, così come l'atmosfera. Tanto che uno sconosciuto ha definito questo luogo la 'Hotel California' della Cambogia, un posto in cui sai quando arrivi, ma non quando te ne andrai. E infatti stasera siamo rimasti. Abbiamo già dimenticato la doccia fredda, la mancanza di aria condizionata (cronica qui) e i bagni in comune. Peace and love!
P.S. I deliri riportati qui sopra sono di Stefano, le foto di Obbly. Marghe commenta

Nuvole sul mare lasciando Phu Quoc

Il molo

Sopporto tutto ma il colera no!

Scruta Marghe, scruta!

Elefantiasi? Noooo, piede dello Obbly...

Ammicca ammicca

The border

Marghe medita sul lago

Cane bastonato di Kampot
Mimì e Cocò
Cocò e Mimì
Photoreporter's hard life
The rocker
La reception della guest-house
State pensando che il bagagliaio della vostra station wagon
è troppo piccolo?

Dalla guest house






3 commenti:

  1. Che foto stupende!! Dovreste fare delle foto e delle descrizioni un vero e proprio album, da mostrare agli ospiti, così che, sfogliandolo sul terrazzo tra la cattedrale e i tetti di Genova, si possano sentire un pò cittadini del mondo!!

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    1. Michela Mikuz, non lo sai che gli Obblies sono troppo pigri e sconclusionati per un progetto così ardito? Per fortuna esistono i fratelli...

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    2. pigro io? il ragazzo non sa quello che dice...

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