La mia Indocina: Dintorni di Kampot

Stamattina siamo partiti a bordo di due scooter scancasciati per visitare la campagna qui intorno. Le strade sono in condizioni pietose, ma ce l'abbiamo fatta in scioltezza. Persino Stefano che era al suo battesimo come scooterista... La prima tappa è stata alle grotte di Phnom Chhnork. Per arrivarci abbiamo attraversato i binari del treno di bambù, che è esattamente un trenino smontabile di bambù che attraversa la parte occidentale del paese. Lungo il tragitto abbiamo incontrato Sayan, un ragazzo di diciasette anni che ci ha accompagnati tutta la giornata. Senza il suo aiuto sarebbe stato impossibile orientarsi nelle campagne.
Dopo le grotte abbiamo proseguito verso il Secret Lake, un laghetto artificiale circondato da capanne di paglia e amache... Mentre ero lì a godermi il panorama Sayan mi ha ricordato che quel lago è stato scavato dalle braccia di migliaia di cambogiani condannati ai lavorati forzati da Pol Pot. Venivano buttati lì a lavorare, senza cibo, senza acqua, malarici... e lasciati morire. Quello che mi stupisce sempre è vedere come questi popoli (cambogiani e vietnamiti) siano riusciti nonostante i drammi passati di recente a voltare pagina, a lasciarsi il dolore alle spalle e essere caapci ad allargare le braccia e il sorriso a ogni straniero...
Poi abbiamo fatto un salto al mare, a Kep, e dopo un bagno nel Mar Cinese, sabbioso e caldo, siamo rientrati all'Hotel California... Abbiamo deciso di fermarci una notte in più. Non riusciremo mai a tornare...